Parshat Behalotecha inizia con il comandamento dato ad Aron di accendere la menorah nel Mishkan. Menorah è un simbolo cosi forte e centrale in Ebraismo che molto più tardi nella storia è stato scelto come simbolo per lo Stato di Israele affiancato ai lati da due rami di olivo. Questa immagine fu disegnata da Gabriele e Maxim Shamir, due fratelli di Latvia, che studiarono grafica e design a Berlino, prima di fare aliah; e crearono anche monete.  La decisione di attorniarla di rami d’ulivo è basata su una visione del profeta Zaccaria in cap. 4.

La Menorah fu adottata ufficialmente il 10/2/1949 dal Consiglio provvisorio dello Stato ed è facile capire perchè per una nascente nazione fu scelto un simbolo che attraversa tutta la storia dll’Ebraismo e la storia di Hanukkah; immagini di menorot sono state trovate in ogni sito in Terra di Israele attraverso i secoli.

Ma la scelta non è stata priva di controversie. Il disegno della menorah rappresentata nel simbolo dello Stato è della stessa che appare nell’Arco di Tito a Roma, 81 c.e., per commemorare la vittoria dei Romani e la conquista di Gerusalemme.  Il pannello raffigura soldati romani festanti con oggetti presi dal Tempio, trombe, bracieri, lo shulchan e al centro … la menorah.

Chief Rabbi Erzog fortemente discordò con la scelta poichè il disegno della menorah che appare sull’ Arco di Tito non è quello della menorah del Tempio: secondo il Talmud e Rashi, questa aveva la base a treppiede – come raffigurata nelle immagini storiche archeologiche – mentre quella dell’Arco aveva una base esagonale. 

Un altro problema sono i dragoni e altre bestie mitologiche raffigurate alla base: secondo Rabbi Erzog è inconcepibile che tali creature decorassero un oggetto che stava nel Tempio, in quanto l’uso di tali creature mitologiche era proibito dall’ Halachà.

Quindi il design della menorah dell’Arco di Tito non è lo stesso della menorah del Tempio. Invece Erzog suggerisce che forse è successo qualcosa nel viaggio, forse i Romani sostituirono la base originale con quella esagonale. Erzog conclude che l’attuale governo di Israele non ha fatto bene, oggi che abbiamo di nuovo ‘la luce di Sion’, a copiare esattamente l’immagine della menorah dell’Arco di Tito che fu creata da mani straniere e non in purezza secondo la Torah.

Gli archeologi infatti testimoniano prima di Herzog che le menorot trovate in tombe catacombe nei mosaici e nelle sinagoghe ecc hanno sempre base a treppiede. Anche i saggi come il lubavitcher Rebbe credevano che i bracci della menorah del Tempio erano dritti e non curvi, secondo l’illustrazione di Maimonide.

Sembrerebbe quindi che i fratelli Shamir prevederono questa controversia, almeno per le bestie mitologiche alla base, e oscurarono tali immagini nell’emblema dello Stato di Israele.

Nonostante tutto, la controversia anche fra i rabbini si spense e in tempo per il 1 giorno dell’Indipendenza l’immagine fu accettata. Forse per alcuni proprio la scelta della menorah dell’Arco di Tito a Roma per il nascente Stato, era simbolica e significativa.

Infatti, per secoli l’Arco di Tito rappresentava la distruzione del Tempio e di Gerusalemme, e il lungo esilio. Ma con l’Indipendenza, quell’immagine prese vita e un nuovo significato. Adesso, avendo ricostruito lo Stato e tornati a Gerusalemme, gli Ebrei guardano al simbolo con un senso di vittoria e di speranza.

La menorah dell’Arco di Tito appare in copertine di libri, monumenti e arte religiosa successivi alla nascita di Medinat Israel, e fu adottata come simbolo dallo Stato Ebraico divenendo una fonte di orgoglio per noi.

Nella foto, Menorah in bronzo che acquistai in Israele nel 2015 per il mio negozio di Modena. Si può notare il decoro frontale con gli intarsi smaltati uno raffigurante Gerusalemme e sopra quello con l’ uva, che è un simbolo molto presente nell’Ebraismo. 

 

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