Descrizione
Una delle più vivide e tenere immagini che ricordo dai miei studi ebraici è la rappresentazione dello Shabbat come di una unione speciale con il divino che è in noi, di un tempo in cui veniamo dotati di una seconda anima, un tempo in cui ciò che è buono e santo è raddoppiato.
Infatti la sera del venerdì quando facciamo kabbalat Shabbat, il ricevimento del Sabato, le canzoni parlano di due sposi che si uniscono.
Mi sono ispirata a questo binomio di genere e colori quando ho scelto di abbinare, all’azzurro della stoffa di broccato con cui ho realizzato questa copertura per (due!) pani, il rosa del filo di cotone per ricamare la parola Challah.
Dirai, wow che stereotipo antiquato! Ma no, posso forse essermi ispirata alla tradizione dei colori per baby girl o baby boy – trovo che siano semplicemente due colori adorabili! – ma ho sempre interpretato questa unione santa che possiamo acquisire all’arrivo dello Shabbat come l’unione dei frammenti della nostra propria, personale energia, di tutte le nuances dal maschile al femminile.
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